Ordine dei Minimi
di s. francesco di paola
frati
Sotto la guida di Francesco i primi compagni vivono la penitenza tipica della vita eremitica: preghiera
comune, lavoro manuale, digiuno, povertà e sobrietà di vita, questua, opere di carità.
Per volere di Francesco devono aggiungere l'astinenza quaresimale per tutta la vita e in ogni luogo,
nell'eremo e fuori di esso, per cui si impegnano a non mangiare carne e derivati, cioè latte, uova, formaggio e loro
composti. Lo stile di vita di Francesco e dei suoi compagni suscita ammirazione: circondati da tante situazioni di
scandalo, spettatori di una vita ecclesiastica non sempre di sapore evangelico, finalmente vedono alcuni che
seguono con impegno la strada del Vangelo, soprattutto vivendo nella semplicità, sobrietà e austerità.
L'aumento del numero degli eremiti e il successo che cresce sempre più attorno a Francesco, attira
l'attenzione della Chiesa.
L'arcivescovo, mons. Pirro Caracciolo, segue di buon occhio il movimento e dà verbalmente il permesso
della costruzione di una piccola chiesa e nel 1470 con la Bolla Decet Nos dona finalmente l'approvazione della
Congregazione eremitica di San Francesco d'Assisi, ponendola alle dirette dipendenze della Santa Sede.
L'approvazione del movimento eremitico di Paola dà impulso nuovo e crea una svolta nella vita di
Francesco.
Cominciano così i viaggi dell'Eremita per la Calabria, ma anche in altre regioni d’Italia, fino al trasferimento
in Francia, ove fonda altri romitori che sono abitati dai suoi seguaci.
In questi anni insieme con la crescita numerica dei frati e dei conventi, Francesco si occupa con impegno
nella determinazione della sua proposta di spiritualità, scrivendo una regola per il suo ordine e chiedendone
l'approvazione al papa.
La freschezza evangelica della sua proposta di vita attira le simpatie all'interno dei movimenti riformatori e il
suo Ordine nel 1501 prende il nome definitivo di Ordine dei Minimi.
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